Larch: Capacità Evolutiva


Andare a passeggiare nei boschi in Primavera è una vera gioia, tutto riporta alla vita, alla rinascita. Il verde prende il posto del grigio lasciato dall’inverno, e tutto sembra danzare in onore della nuova vita che sta prendendo forma. Timidi fiorellini sbocciano qua e là, piccoli arbusti iniziano a germogliare così come anche i grandi alberi.

Come si comporta in Natura il Larice, il Fiore di Bach della Fiducia in Sé Stessi?

Nel suo riprendere vita fa, spuntare dei dolci ciuffetti verdi lungo i suoi lunghi e penzolanti rami. La forma di Larch può essere molto decisa e sicura o molto esitante e incerta, in realtà possiede entrambe le caratteristiche. La resistenza e il grande adattamento sono qualità che lo contraddistinguono: Larch riesce a crescere in condizioni molto difficili e avverse. Ecco perché l’essenza di Larch è come se ci dicesse: “Se al primo tentativo non riesci. Riprova, ancora e ancora!”, è definito il rimedio specifico per riprovare ancora. Il Larice ha un legno particolarmente duraturo, utile a costruire navi, pali e puntelli. Cresce rapidamente, ber diritto, in un tronco unico e pochi rami. Eppure nonostante l’atteggiamento deciso e la forza, è sensibile all’inquinamento e soggetto a malattie letali.

I semi di Larch si formano al riparo, nella pigna – il Larice è una conifera, come il Pino e l’Abete – e sono dotati di un’aletta che ne agevola la dispersione nel vento. Questo comportamento del Larice lascia intendere che i soggetti Larch hanno la tendenza a vagare nella vita: vivono cioè, un periodo di dissociazione dal mondo materiale. I semi, quando cadono al suolo, germogliano sempre, ma le pianticelle sono in grado di mettere radici anche tra le spaccature delle rocce o in piccole cenge, dove altre piante non riuscirebbero a vivere.

Le piccole pianticelle di Larice vengono sovente ostacolate nel loro sviluppo, sono soggette a marcire e bruciare al sole, il che può generare un senso precoce di scoraggiamento. In modo analogo, non riesce a sopravvivere in terreni troppo umidi e preferisce dotarsi di un apparato radicolare esteso per andare in cerca di acqua, ciò indica il bisogno di approfondire il contatto con mondo materiale.

Larch inizia la sia vita come una normale conifera: dal terreno spunta un piccolo germoglio verticale, che dà origine a sei, otto foglioline sottili aghiformi disposte a raggiera. Nei primi quattro anni è un sempreverde, poi diventa deciduo: le foglie dapprima ingialliscono, poi assumono un color marrone e infine cadono a terra. Si tratta di un comportamento unico nel suo genere. Larch da l’impressione di morire ogni anno con l’inizio dell’inverno. Possiamo così vedere la propensione dei soggetti Larch di rinunciare a qualsiasi opportunità. Larch è privo si sicurezza, come emerge dai suoi rami sottili piegati verso il basso, che pendono dal tronco a mo’ cavi allentati, solo verso l’estremità curvano verso l’alto, quasi volessero risollevarsi. I giovani germogli laterali (come si vede nella foto sopra) iniziano in effetti a crescere verso l’alto, angolati, ma finiscono per piegarsi lentamente sotto il peso. Questa postura china è fortemente indicativa dello stato su cui agisce Larch, in cui il soggetto crolla senza opporre resistenza, senza affermare la sua volontà.

Larix decidua

Eppure, Larch si dota infine di un tronco possente, simile a una colonna. È un albero che cresce rapidamente, raggiumge un’altezza di 25/30 metri in cinquant’anni e solo a questo punto la circonferenza del tronco inizia ad aumentare. In alcuni casi può vivere fino a duecento anni, ha legno resinoso, spesso usato per ricavare la trementina, resistente al fuoco e all’acqua. In fondo, possiede una forza e una statura tali da conferire positività al rimedio. Quando la pianta è giovane, la corteccia è scabrosa e irregolare e si sfalda come pelle seccca; mano mano che il tronco s’ingrossa, essa non sembra non essere in grado di tenere il passo con la crescita e si frattura. Dalle spaccature fuoriesce la linfa appiccicosa, simile all’essudato di eczema, bianca come il latte e fortemente aromatica. È come se la crescita fosse penosa per la pianta. Si tratta forse dell’esperienza dolorosa e traumatica, responsabile della scarsa sicurezza che caratterizza lo stato Larch?

Fiori maschili di Larch, piccoli e giallastri

Larch fiorisce ad aprile, in primavera. I fiori maschili e femminili spuntano insieme sullo stesso ramo: i primi sono più piccoli e dotato di sacche gialle, rotonde, in cui viene prodotto il polline. Sono inoltre orientati verso il basso, sulla superficie inferiore del ramo.

Fiori femminili di Larch, sembrano pigne rosso-porpora

I fiori femminili sono di colore rosso-porpora, localizzati sulla parte superiore del ramo, in posizione verticale. I fiori non nascono da un bocciolo ma, come in tutte le conifere, sono gimnosperme, ossia “semi nudi”, in cui l’ovulo resta esposto, in attesa di ricevere il polline. Ogni ovulo è protetto da una piccola brattea; dopo l’impollinazione questa continua a crescere e, nel tempo, contribuisce al formare la pigna. Data la loro posizione, è sicuro che il polline cadrà dai fiori maschili su quelli femminili: l’impollinazione è inevitabilmente garantita. Ogni fiore dà origine a una pigna, che resta attaccata al ramo per anni, in attesa di un periodo secco e ventoso in cui rilasciare i semi: le numerose generazioni di pigne sono una testimonianza di continuità.

Larch è una specie pioniera: cresce in condizioni ostili, in terreni poveri e freddi. Sono un albero di grande determinazione può riuscire a svilupparsi in ambienti simili; per tale motivo Larch ha elaborato la strategia di attendere condizioni più favorevoli. In quest’ottica non solo si avvale dell’auto-produzione, ma perdendo le foglie ogni anno, concima poco a poco il terreno sottostante, contribuendo a creare suolo utile: a quanto si ritiene, infatti, vi immette calcio, quando gran parte delle conifere invece lo rende acido.

Larch ha le foglie che marciscono molto rapidamente ed è la piante “che nel paese migliora maggiormente le brughiere o le lande abitate a pascolo”, il che è un successo sia per la pianta stessa sia per la terra. Quando si evince la tendenza ad aspettarsi solo fallimenti, si ottengono determinazione e risultati positivi, i quali a loro volta stimolano considerevolmente l’evoluzione della coscienza sulla terra.

Larch: dall’autolimitazione allo sviluppo di sé stessi

Larch aiuta “quanti sentono che non avranno mai successo”, persone con scarsa fiducia in sé stessi. Anche se Larch comprende la sua lezione di vita, può restare convinto del proprio fallimento, sa di solito che cosa deve fare per raggiungere il suo scopo esistenziale, ma si blocca perché “non si considera all’altezza o capace come gli altri”. La sfida esiste, ma non la volontà di vincerla.

Nello stato negativo Larch l’errore risiede nel fatto che la persona resta troppo ancorata alle esperienze negative del passato, invece di farsi guidare fiduciosamente dall’Io Superiore, nella consapevolezza che successi e fallimenti sono ugualmente preziosi. Se nella vita di molti uomini diventa un problema riconoscere i propri limiti, nello stato Larch accade esattamente il contrario: infatti certi limiti vengono accettati a priori come ovvi, anzi vengono dati per scontati, e contro questo ostacolo si arena ogni possibilità di evoluzione.

La condizione Larch non è innata, congenita né parte integrante dell’anima. Si manifesta in seguito a un trauma, è la risposta a un problema specifico. Larch è per chi si è gettato nella vita, ha subito un brutto colpo e si è di conseguenza sentito sconfitto. Larch esorta a tentare, anche a rischio di fallire. Bach descrisse la situazione affermando che tali persone “non si azzardano a fare o non fanno alcun tentativo deciso per avere successo”. Larch è il rimedio specifico per riprovare ancora.

L’energia di Larch contribuisce a dissipare le idee fisse della personalità che tendono a limitarla, potenziando invece le capacità di evoluzione che restano inutilizzate. In un certo senso si riesce tutto a un tratto a vedere la situazione in modo più disteso e a prendere in considerazioni delle nuove possibilità. Si prende l’iniziativa con la serena consapevolezza che, comunque vadano le cose, bene o male che sia, entrambe le possibilità non sono state sottovalutate. Il tipico ritornello “non sono capace” viene cancellato dal repertorio, poiché si analizza la propria situazione con maggiore spirito critico, ma con un atteggiamento di fondo positivo, si è in grado di individuare meglio le proprie capacità individuali e di trovare il proprio posto nella vita.


Informazioni su Barbara

La cura per tutti i mali e i torti, le ansie, le sofferenze e i crimini dell'umanità sta in una sola parola: "amore". È la divina vitalità che produce e nutre la vita. A ciascuno e a tutti noi da il potere di fare miracoli se lo vogliamo. Lydia Ch

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